NUOVI “VOUCHER” : inutili per le famiglie

La legge passata alla Camera e in discussione al Senato sul lavoro accessorio e occasionale rischia di essere la fotocopia del flop per il lavoro domestico già  registrato per i voucher abrogati per scongiurare il Referendum.

Le nuove norme prevedono per la famiglia che il lavoro domestico utilizzato occasionalmente possa essere remunerato attraverso il “ Libretto famiglia” e sempre che non vengano superati i 2.500 euro di retribuzione annui e 280 ore annue per singolo domestico ( 5,38 ore medie alla settimana).

Il costo orario per il datore di lavoro sarà  pari a € 10,17.

Confrontando il valore orario con le tabelle contrattuali in vigore e i relativi contributi INPS, la quasi totalità  dei livelli retributivi si incrementano da un minimo di 0,41 per la badante per non autosufficiente ad un massimo di 3,10 per la colf.

Già  questo basterebbe a dire che sarà  uno strumento troppo costoso e inutilizzato.

Proviamo a capire se le agevolazioni gestionali possano compensare la lievitazione dei costi.

Oggi il datore di lavoro deve comunicare l’assunzione e la cessazione del rapporto all’Inps, retribuire il lavoratore e pagare trimestralmente  i contributi. Il tutto in modalità  informatica.

Con i vecchi voucher, il datore di lavoro comunicava all’Inps l’inizio della prestazione, acquistava i buoni in tabaccheria e li consegnava al domestico che, a sua volta li scambiava in denaro sempre in tabaccheria. Il valore  orario nominale lordo era di € 10 per un massimo annuo di € 5.000.

La nuova norma prevede che il datore di lavoro generi il Libretto famiglia, versi una quantità  economica sul libretto tramite F24, comunichi i dati del domestico o dei domestici, segnali le ore e il luogo della prestazione effettuata. Conseguentemente l’Inps provvederà  entro il 15° giorno del mese successivo alla prestazione segnalata a bonificare al lavoratore la retribuzione del lavoratore attingendo dal libretto famiglia. In alternativa il ritiro presso le Poste dell’assegno corrispondente.

Non riscontriamo alcuna semplificazione, anzi, procedure pi๠complesse e costose generatrici di conflitto con il domestico che giustamente chiederà  quei pochi soldi immediatamente.

Quindi: aumento dei costi, procedure pi๠complesse, contenzioso con il domestico. UN CAPOLAVORO !

Oramai la legge si farà  ma sarà  ovviamente disattesa.

Rimane il problema di come regolamentare il lavoro occasionale e accessorio.

La nostra proposta è che le parti sociali firmatarie del contratto nazionale definiscano cosa si intende per lavoro occasionale e accessorio e che per la sua retribuzione sia possibile optare per un salario orario che contempli la 13°, le ferie, le festività  nazionali e il TFR.

A nostro parere questa sarebbe una semplificazione per il datore di lavoro garantendo al lavoratore tutti i diritti, riducendo di molto il contenzioso sindacale.

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